sabato 11 aprile 2015

Storia geologica della Val di Chiana

di Miriano Scorpioni

La storia della Val di Chiana inizia con la genesi appenninica e si può far risalire a circa 15 milioni di anni fa (Miocene), quando il sollevamento della catena montuosa dava luogo ad una serie di creste per sovrapposizione di unità tettoniche da est verso ovest, tra queste si istauravano una serie di depressioni parallele allineate quasi in senso meridiano (direzione appenninica).

Su queste depressioni appena formate si realizzerà successivamente un sistema di valli e bacini che ospiteranno i principali corsi d'acqua dell’Italia centrale, il paleo-Arno ed il paleo-Tevere, con direzione di scorrimento da nord a sud. La conca ricompresa tra le dorsali dei Monti di Cetona e quella dei Monti Cortonesi sarà poi il "cuore" di una delle aree più interessanti e studiate del centro Italia, La Val di Chiana.

La fine del sollevamento coincide con la conclusione del Miocene, circa 5,5 – 6 milioni di anni fa, e corrisponde con un fenomeno di progressivo ritiro delle acque marine manifestato con un quasi totale prosciugamento di tutto il Mediterraneo (Messiniano).

Fig. 1 Schema del sollevamento appenninico costituito da unità accavallate  e sovrapposte una sull’altra, il nome delle unità deriva  dalla loro originaria posizione paleo.geografica, si rinvengono da  W verso E, Unità Liguri, Unità Toscane e Unità Umbro-Marchigiane.

L'abbassamento significativo del livello marino (di oltre 1000 metri) innesca una intensa azione di modellamento sui giovani rilievi appena formati, fiumi e torrenti provocano profonde erosioni lungo i versanti, mentre le aree vallive sono interessate da abbondante sedimentazione.

Con l'inizio del Pliocene (circa 4,5 - 5 milioni di anni) termina la crisi del mediterraneo ed il mare inizia a risalire rapidamente, nella penisola italiana appena sollevata ha luogo una nuova estesa ingressione del mare che arriva fino all’interno di alcune valli appenniniche, i territori della Chiana e del Trasimeno ne rappresentano la zona più interna.

Fig. 2 Schema della trasgressione Pliocenica, il Mar Tirreno si insinua profondamente tra le terre emerse che formano già l’asse appenninico, nel quale la successione di creste e valli riflette l’andamento delle pieghe principali che hanno dato luogo al sollevamento.

Si viene così a formare  un ampio braccio di mare allungato da nord a sud e fronteggiato da una serie di isolette rappresentate dalle porzioni più elevate delle creste, prendendo così un aspetto simile a quello dell’attuale costa Dalmata, con ampi golfi (l'area del Trasimeno ne rappresenta uno).

Fig. 3 Ipotetica conformazione della penisola Italiana nel momento della massima estensione della trasgressione marina Pliocenica.

La tettonica distensiva che segue la prima fase (compressiva) provoca un progressivo isolamento delle aree marine interne dalle porzioni aperte, siamo verso la fine del Pliocene (circa 3 milioni di anni), quando si manifesta una diffusa regressione (ritiro) del mare, inoltre l’apporto di acqua dolce dai numerosi fiumi e torrenti, tra cui il paleo Arno, rendono le acque della laguna via via più salmastre, l'estensione di questa laguna comprende la piana Aretina, la Val di Chiana e almeno parte del Casentino.

La successiva ingressione marina, nota in corrispondenza del Pleistocene inferiore (2 milioni di anni), non raggiungerà queste latitudini e quote, limitandosi a lambire la porzione meridionale della valle del Chiani (Fabro-Monteleone d’Orvieto), tutta l'area in questa fase è interessata da un ricco sistema fluviale che modella montagne e colline con fenomeni erosivi, e trasporta i sedimenti in parte al mare ed in parte sulle depressioni morfologiche esistenti.

Con la fine del Pleistocene (meno di 1 milione di anni) si ha la definitiva scomparsa del mare (ultima regressione), contestualmente si ha anche l’ultima fase tettonica conosciuta, avvengono nell’area una serie di basculamenti, con approfondimenti delle porzioni di bacino più orientali e sollevamento delle soglie occidentali, si chiudono alcune linee di deflusso e collegamenti verso il mare. La Chiana a questo punto si trasforma in un esteso lago, caratterizzato da modesta profondità, in questo periodo condizioni analoghe favoriscono la formazione di numerosi bacini lacustri appenninici intramontani di differenti dimensioni, di questo esteso sistema di laghi resta ad oggi solo il Trasimeno.

Fig. 4 fase tettonica quaternaria a cui corrispondo forme dislocative a blocchi tipo ” Horst e Graben” e relativi movimenti differenziali e basculamenti con approfondimenti delle porzioni più orientali.

Il forte apporto sedimentario fa si che progressivamente il lago della val di Chiana si viene prima ad impaludare e poi a colmare, mentre il paleo Arno trova una via nuova verso il mare cambiando il suo corso all’altezza di Arezzo, dirigendosi verso la conca fiorentina e lasciando la Val di Chiana sospesa.

La  conformazione morfologica raggiunta a questo punto è quella che più o meno ereditiamo ai giorni nostri, ma differenti nel tempo saranno le condizioni idrauliche sia per fenomeni spiccatamente naturali che per interferenze antropiche, su questo ambiente si misurerà l'ingegno umano con una serie di sistemazioni idrauliche.

La Val di Chiana nella storia dell’Uomo

Dai ritrovamenti è evidente che già in epoca preistorica vi fosse un forte interesse umano sull’area della Chiana i vari insediamenti paleolitici posti soprattutto nella parte più meridionale attorno al M. Cetona, fanno ritenere quest’area come un sito di spiccata attrattiva, si presume che la Chiana a quel tempo fosse un’ampia area lacustre-palustre.  Con Etruschi e Romani la valle comincia a diventare una importante via di comunicazione, sia via terra che per via fluviale attraverso il Fiume Clanis, questo viene a solcare la Chiana mettendo in comunicazione il Valdarno superiore con il Tevere attraverso  il Paglia (Fig. 5).

Fig. 5. Situazione orografica ed insediativa da far risalire al periodo romano

Nel periodo medievale si alza la soglia meridionale verso Fabro, l'area della Chiana si impaluda di nuovo cambiando non solo la geografia dell’area ma anche il tessuto urbano e le vie di comunicazione. Le successive opere di bonifica (dai Medici a Leopoldo di Lorena) si compiranno con vari interventi (lasciando ad oggi solo i due Chiari di Chiusi e Montepulciano), e porteranno buona parte della Chiana ad invertire la sua direzione di deflusso fissando lo spartiacque tra Chiana Toscana (con deflusso verso nord) e Chiani Umbro (deflusso verso sud) tra Chiusi e Città della Pieve al confine pontificio. Questa situazione persiste ad oggi nonostante alcuni interventi che condividono parte del Bacino del Lago di Chiusi con il Trasimeno.


3 commenti: