Diego Mormorio, La terra vista dal lago, "Riflessi, rivista del Trasimeno", Anno I, n. 1, gennaio - febbraio 1992, pp. 4-9.
Dante accende il motore e volge la punta della barca verso l’Isola Polvese. L’aria è un tantino pungente. Ma respirando a pieni polmoni se ne sente il profumo delicato.
Ci avviciniamo ad un pescatore che sta tirando le reti. Accostandoci, Dante spegne il motore. E ad un tratto ci pare di essere al centro di una quiete bellissima. Il silenzio sembra scivolare sull’acqua. Lentamente, fino al limite del lago.
«Buongiorno», gridiamo.
«Buongiorno».
Dante spiega il motivo della nostra intrusione. Poi rivolgendosi a noi dice: «Lui è di Sant'Arcangelo».
Il pescatore è un po’ sorpreso del nostro andare a quest’ora sul lago solo per fotografare i pescatori. E scherzosamente dice: «Siamo diventati importanti».
A ridosso dell'Isola Polvese incontriamo Luciano Zoppitelli, ex contadino. «Una volta - dice - il pescatore era un'arte, una vera arte. Adesso è solo un lavoro. Una volta si costruiva da sé tutte le reti, ed era una cosa che tanta gente non avrebbe saputo fare. Oggi che per fortuna è cambiato il mondo, le reti le fanno le fabbriche».