Arturo Mengoni, La pesca nella laguna di Orbetello. Aspetti di un’industria marinara, "Le vie d'Italia, rivista mensile del Touring Club Italiano, organo ufficiale dell'Enit", annata 41, gennaio 1935, pp. 27-32.
Lo specchio d’acqua intorno ad Orbetello veniva, fino a pochi anni fa, ingiustamente denominato «Stagno». Laguna è, invece, come ci dicono le carte dell’Istituto Geografico Militare e quelle del Touring. Ha quattro canali in continua comunicazione col mare, e perciò le sue acque sono costantemente mosse.
L’Argentario ed il territorio che corre parallelo alla strada ferrata della linea Roma-Pisa opposti di lato - sono fra di loro uniti dai tomboli della Feniglia e di Giannella - lunghi ciascuno sette chilometri e larghi da 500 a 1000 metri. Quello della Feniglia, staccandosi in prossimità dell’Ansedonia, e l’altro della Giannella dalla foce dell’Albinia, si congiungono all’Argentario, il primo dalla parte di Porto Ercole, il secondo da quella di Porto S. Stefano, e precisamente alla rada di S. Liberata. Questi due tomboli, col loro ciclopico abbraccio, racchiudono negli altri due lati opposti la Laguna, come volessero difenderla dalle furie del Tirreno.
martedì 26 novembre 2013
lunedì 18 novembre 2013
Storia triste poi felice d'un sandoletto veneziano
Venezia. È iniziato sabato 16 novembre il restauro in pubblico di un piccolo sandolo in legno. Una barca tradizionale veneziana con una storia particolare.
A Venezia, nel sestiere di Santa Croce era ormeggiato, di fronte alla chiesa di San Giacomo da l’Orio, un piccolo sandolo. La barca era la gioia dei due piccoli proprietari e dei loro genitori. Purtroppo però un giorno il sandoletto iniziò ad essere inspiegabilmente danneggiato da ignoti vandali.
I proprietari, dopo aver coinvolto anche le autorità, stavano per decidere di rinunciare a mantenere la barca che ormai era considerevolmente danneggiata e veniva quotidianamente imbrattata da rifiuti, quando conobbero i soci del Caicio. E cambiarono idea.
A Venezia, nel sestiere di Santa Croce era ormeggiato, di fronte alla chiesa di San Giacomo da l’Orio, un piccolo sandolo. La barca era la gioia dei due piccoli proprietari e dei loro genitori. Purtroppo però un giorno il sandoletto iniziò ad essere inspiegabilmente danneggiato da ignoti vandali.
I proprietari, dopo aver coinvolto anche le autorità, stavano per decidere di rinunciare a mantenere la barca che ormai era considerevolmente danneggiata e veniva quotidianamente imbrattata da rifiuti, quando conobbero i soci del Caicio. E cambiarono idea.
Etichette:
barche d'acque interne,
laboratorio
lunedì 11 novembre 2013
1871. La pesca nel lago di Orbetello
La relazione che si può leggere qui sotto è tratta dalla raccolta La pesca in Italia. Documenti raccolti per cura del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d'Italia, ordinati da Ed. Adolfo Targioni Tozzetti, Vol. I., Parte I. Annali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Genova, Tipografia del R. Istituto Sordo-Muti, 1871, pp. 618-620.
Della pesca nel lago di Orbetello
Indicato da Strabone nel dire di Cosa (lacum marinum prpe portumhercullis), il lago di cui si parla è chiuso fra il Monte Argentario, e la costa continentale per due lati uno a S. O. l'altro a N. E. e per altre due una a Levante una a N. O. dallo stretto Istmo della Feniglia, e dalla diga anco più stretta del Tombolo. Ha figura di un trapezio, entro il quale dal mezzo della costa di levante si avanza la punta con la città di Orbetello alla testa, e un ponte diga che riunisce questa col Monte Argentario medesimo.
Della pesca nel lago di Orbetello
Indicato da Strabone nel dire di Cosa (lacum marinum prpe portumhercullis), il lago di cui si parla è chiuso fra il Monte Argentario, e la costa continentale per due lati uno a S. O. l'altro a N. E. e per altre due una a Levante una a N. O. dallo stretto Istmo della Feniglia, e dalla diga anco più stretta del Tombolo. Ha figura di un trapezio, entro il quale dal mezzo della costa di levante si avanza la punta con la città di Orbetello alla testa, e un ponte diga che riunisce questa col Monte Argentario medesimo.