di Marco Bonino
Quando mi sono recato sul Padule di Fucecchio per esaminare i
barchìni stavo preparando una relazione che nel giro di un mese avrei presentato al Convegno dell’Atlante Linguistico dei Laghi Italiani a Cerreto Guidi. I tempi erano piuttosto stretti e la cosa mi dava un po’ di disagio: avrei trovato materiale sufficiente? vi sarebbero stati ancora esemplari da esaminare? Ma poi pensavo che in fondo le ricerche in Toscana mi avevano sempre dato soddisfazione: nel 1976 con i
navicelli, nel 1982 e poi nel 1985 con la navi arcaiche ed etrusche; ho visto scomparire con preoccupante rapidità la
nave di Rovezzano o quel
navicello che fino al 1980 vidi vicino al Ponte Vecchio a Firenze e questo non era una buona premessa, ma forse anche questa volta quell’ambiente straordinario mi avrebbe potuto fornire motivi di ricerca interessanti. E così fu, grazie all’aiuto prestatomi dai colleghi dell’Atlante Linguistico ed alla disponibilità delle persone intervistate ad Anchione e ad Empoli
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Figura a. Distribuzione dei barchìni nelle tradizioni toscane. 1) alto e medio Arno; 2) dalla veduta della Catena di Firenze 1470; 3) barchìno della zona di Empoli; 4) tipo tra Pontedera e Pisa.
Nelle zone lacustri interne e costiere della Toscana che gravitano attorno ai bacini dell’Arno e del Serchio si è sviluppato un tipo semplice d’imbarcazione tradizionale: il
barchino, che, pur con alcune varianti locali, mostra concetti di forma e di metodo di costruzione simili. Così lo troviamo sui paduli di Fucecchio e di Bientina, sui Lago di Massaciuccoli, tra gli stagni e canali tra la foce del Serchio e Livorno e su lunghi tratti dei fiumi principali. Nelle zone maremmane il
barchìno è un po’ diverso e si fonde in alcuni casi con la
bufala della Maremma meridionale e laziale, mentre ad Orbetello troviamo un altro
barchìno con forme più adattate a quell’ambiente lagunare. Questa molteplicità è dipesa dalla natura degli specchi e dei corsi d’acqua su cui questa barca era usata ed anche dalle attività a cui era adibita: caccia, pesca, raccolta di materiali palustri, piccoli trasporti di persone e di cose, come si sono sviluppate ed evolute nel corso dei secoli, in un ambiente che si è conservato abbastanza integro fino alla metà del XVIII secolo. In quell’epoca fu iniziato il prosciugamento definitivo del Padule di Fucecchio, che terminò tra la fine del secolo scorso e l’inizio dei nostro, quando scomparvero anche il Lago di Bientina e gli Stagni di Livorno; solo nel Lago di Massaciuccoli rimase il ricordo della situazione idrologica dei secoli precedenti.