di Giovanni Cetti
Alla costruzione delle reti pochi istrumenti abbisognano, e questi sono: alcuni aghi (vulg. gugella) (fig. 43, 44) di legno o di metallo a varie dimensioni, su cui avvolgere il filo; alcuni mòdani (vulg. moèl), i quali sono cilindretti, su cui formansi le maglie, e servono a determinare la grandezza (fig. 45); infine una forbice a punte arrotondate. Le maglie hanno la forma di mandorle o rombi.
Due funicelle, posta l’una superiormente o alla testa, l’altra alla parte inferiore o piede, tengono distesa la rete. I pescatori nelle reti a semplice maglia chiamano tantano la prima, e lómber la seconda. I vivagni delle reti vengono uniti alle cordicelle con alcune maglie di filo più consistente, il quale prende il nome di moutadura, e propriamente montadura de nod quella in alto, e de fond quella al basso. Péttola dicesi l’estremo lembo della rete, mèrgola quel bastoncello sul quale si sciorina. Alla testa della rete si attaccano dei pezzetti di sovero (soeugher), o dei pezzetti di legno (libi) di scorza di faggio, ed al piede delle mázzere consistenti in piccoli ciottoletti appianati, od in palle forate di di piombo.