Nelle notti di agosto, quando tutto tace e il lago Trasimeno sembra uno specchio incantato, una brezza leggera porta con sé il lamento di Agilla, giovane ninfa che perse il suo principe proprio in queste acque.
C’è chi giura di averla sentita e chi di averne udito il suo strazio. Centinaia di uomini e donne per anni hanno navigato in questo lago,potendo così sentire il pianto della bella ninfa. Persino la regina d’Italia Elena di Savoia, moglie di Vittorio Emanuele III, non è riuscita a resistere al fascino di questa splendida terra, dirigendosi, dopo una breve crociera, a Villa Isabella, lo splendido palazzo che sorge imponente nelle rive di Isola Maggiore. Ricordi lontani che celano una storia fatta di ricchezza e prosperità. Tempi memori che spianano la strada al progresso e troppo spesso anche alla nostalgia.
Per mantenere salda l'identità lacustre è nata ARBIT (associazione recupero barche interne tradizionali) che si occupa con devozione al censimento di tutte le barche presenti non solo nel Trasimeno , ma anche nei laghi di Montepulciano, chiusi e Bolsena. Una passione che nasce nel febbraio del 2007 dalla ferrea volontà di Guido Materazzi che vedendo scomparire giorno per giorno le tradizionali barche dal lago Trasimeno, ha deciso di fondare questa associazione . Compagni fedeli di avventura sono stati e sono tutt’ora Maurizio Censini, Marco Meoni e Jean Pierre Capolsini, la cerchia si è però ben presto allargata ed ad oggi sono ben più di cento gli iscritti, un numero che sembra però destinato crescere.
Tra le tante attività che l’ARBIT svolge c’è la manutenzione del porto turistico, l’organizzazione di mostre dal sapore antico e del tutto lacustre e perche no,ottime cene con gli amici e soci per gustare il tanto prelibato pesce di lago. Un’ associazione che ha saputo dare qualcosa in più alla sua terra e che permette ogni giorno di ricordare quanto il lago della bella Agilla e del suo amato Trasimeno sia scenario perfetto dell’Italia.
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