mercoledì 28 gennaio 2015

L'abbandono delle regole tradizionali di gestione delle risorse lacustri. Il coraggio di ripensare il futuro



di Ermanno Gambini

Incontro: Come prosciugare il Trasimeno: tre secoli di politiche per la gestione dei livelli delle acque, Castiglione del Lago, 29 novembre 2014.

Il Trasimeno è un grande lago laminare di origine tettonica. La depressione che lo accoglie si è formata oltre 1 milione di anni fa. Lo specchio d'acqua ha una superficie di circa 120 kmq a cui corrisponde una profondità molto esigua: quando il pelo dell'acqua sfiora lo zero idrometrico dell'emissario artificiale di S. Savino (m 257,33 s. l. m.) il livello massimo rilevato non supera i 6 m. Il Trasimeno è una lama d'acqua sospesa sopra una coltre di sedimenti spessa fino a 600 m, composta da depositi marini, fluviali e lacustri. Nei sedimenti profondi si può leggere la storia dell'intero Quaternario (Gasperini et al. 2010, pp. 164-174; Cattuto et al. 2011, pp. 3-5, 361-367).

La morfologia dei fondali del Trasimeno consente che pochi metri di oscillazione verticale di livello determinino movimenti notevoli della linea di costa provocando il passaggio dalle condizioni di lago a quelle di stagno e viceversa.

Nei primi strati dei depositi presenti lungo la fascia costiera sono sepolti antichi bagnasciuga: da scavi e dragaggi negli ultimi decenni sono emerse varie tracce archeologiche che documentano la frequentazione e l'insediamento umano negli ultimi millenni. Nell'età del Bronzo (medio-finale), nel periodo etrusco-romano e nelle fasi centrali del Medioevo il lago ha conosciuto lunghi periodi caratterizzati da livelli medi inferiori agli attuali (Cattuto et al. 2011, pp. 7-14).

In età comunale il Trasimeno viene gestito da Perugia come un bene prezioso da cui si possono ricavare notevoli introiti. La pesca, la caccia, il taglio delle piante palustri, la coltivazione dei terreni spondali e delle isole, tutti questi diritti vengono ceduti temporaneamente a privati in cambio di un lauto canone.