Siamo tornati allo sbarco della Serena, sul lato umbro del lago di Chiusi, alla ricerca della sola barca in legno che trovammo durante la visita dello scorso giugno.
È stata una piacevole sorpresa scoprire che l'imbarcazione ha subito di recente un accurato restauro.
- La tavola di prua è stata sostituita.
- Sono stati effettuati piccoli interventi sulle sponde in prossimità della poppa.
- È stato ricostruito lo sportello del capitino grande che ora è fissato con due cerniere in acciaio.
- Tutte le tavole sono state trattate, molto probabilmente, con una resina epossidica.
- È ben vidibile l'antivegetativo a protezione dell'opera viva.
L'attenzione del proprietario per la tradizione è particolarmente forte se si considera che non è presente alcun sostegno per il motore: la barca viene spinta esclusivamente a remi.
L'imbarcazione è stata costruita seguendo la tradizione dei laghi di Chiusi e Montepulciano, questo si evince osservando l'andamento della prua e della poppa che sono tronche e senza specchio, come abbiamo già visto nella barca di Remo Bonucci.
Nella parte centrale, il fondo reale (al Trasimeno chiamato uscio), le tavole sono distribuite in modo longitudinale; verso poppa e verso prua, invece, sono distribuite in senso trasversale (queste tavole sono chiamate fianconi) come si può vedere nelle foto sotto.
Nel fondo ci sono tre traverse di rinforzo e due rampini in ferro a U (le ordinate che al Trasimeno sono dette peducci) che lo collegano alle sponde e contribuiscono a irrobustire la struttura.
Questi elementi permettono comunque all'acqua di scorrere lungo gli angoli rendendo così più agile lo svuotamento con il santanacchio (la sassola).
A prua c'è il capitino piccolo, un ripostiglio aperto che funge da seduta in caso di voga singola.
A poppa si trova il capitino grande, usato come contenitore o come seduta quando si rema in due.
Le tavole di prua e poppa con le relative paratie contribuiscono ad irrobustire strutturalmente l'imbarcazione.
Lago | Chiusi |
---|---|
Uso | caccia, pesca |
Anno di costruzione | probabilmente inizio anni '80 |
Materiali di costruzione dello scafo | legno: sponde in iroko; fondo in mogano; tavole del capitino grande in larice |
Colore | verde smeraldo |
Lunghezza fuori tutto | cm. 470 |
Lunghezza al galleggiamento | circa 350 cm. |
Larghezza della prua | cm. 33 |
Larghezza al centro | cm. 104 |
Larghezza del fondo al centro | cm. 100 |
Larghezza della poppa | cm. 75 |
Lunghezza tavola di prua | cm. 30 |
Lunghezza tavola di poppa | cm. 26 (cm. 48 con lo sportello) |
Paratia di prua | cm. 38 da prua |
Paratia di poppa | cm. 48 da poppa |
Altezza a prua | circa 50 cm. |
Altezza al centro | cm. 45 |
Altezza a poppa | circa 50 cm. |
Numero delle ordinate | 2 |
Spessore delle ordinate | cm. 3 |
Distanza tra le ordinate | cm. 123 |
Materiale delle ordinate | ferro |
Numero dele traverse | 3 |
Brachet o sostegno per il motore | no |
[E. F.]
Ma è Guido il restauratore?
RispondiEliminanon sono io il restauratore,ho solo fornito i materiali e qualche consiglio.
RispondiEliminaottimo lavoro,complimenti!
siete vivi?
RispondiEliminanon male, molto interessante quello che vedo qui
RispondiEliminaun saluto al Trasimeno
Roby
grazie!
RispondiEliminaAgo
(l'Ago Trasimeno)
a domani
RispondiEliminauna bella barca ma non facile da manutenere
RispondiEliminaDovrebbe essere: le sponde d'iroco, il fondo mogano le tavole della cassa larice e le traverse, non lo so, erano fradice e non sono riuscito a capire quale legno fosse. Per quanto riguarda l'anno di fabbricazione, credo sia addirittura dei primi anni 80, ora che mi avete stuzzicato la curiosità, m'informerò meglio. Era la prima volta che mi cimentavo in un restauro del genere, domande in giro ne ho fatte tante, comunque sono contento vi piaccia, soprattutto per chi ridicchiava e diceva "vedremo"...
RispondiEliminagrazie per le puntualizzazioni e comlimenti per il lavoro
RispondiElimina...questa barca non ha nulla se non la forma ( non proprio comunque esatta) di quelle tradizionali del lago di Chiusi e Montepulciano.
RispondiEliminaMi spiace dirlo, ma la "forma" della barca non è tutto, quello che conta è anche il materiale: il solito "mogano" o quanto altro lasciatelo perdere è un bel falso e basta. Il materiale NOBILE delle barche ERA la quarcia e niente altro. E' consentito solo un rinforzo o"squadra" in ferro nella parte delle sponde all'altezza del "fondo reale". Una barca come questa senza problemi dura circa 100 anni.
Ma "consentito" da chi? La barca tradizionale è quella che per materiali e forme è riconducibile d una sola zona geografica. Può turbare i filologi ma sono tradizionali anche le barche in lamiera mandorlata. Come sono tradizionali i naét con il fondo in resina. Le barche tradizionali hanno subito continui cambiamenti, l'evoluzione si è accelerata negli ultimi anni. A voler essere rigorosi i rampini dovrebbero essere in legno di olivo... Se si storicizza forma e materiali, si può andare direttamente in un museo e così determinare la morte di una tradizione che già agonizza.
RispondiEliminaAl lago di Bolsena c'è stata una evoluzione del materiale dal cerro al mogano alle resine... ma sempre barche tradizionali sono. Non si deve confondere il tradizionale con l'antiquariato, forse. Comunque anche questa è un'opinione.
Non credo che sia questo il posto per una disquisizione su quanto sia definibile come artigianale, museale, o d'"antiquariato"... Sta di fatto che senza mantenere rigorosamente uniti materiale e forma nel tempo per un oggetto ( compreso una barca) non si può parlare di mantenere in uso "tradizioni" o il "tradizionale".
RispondiEliminaInfatti se molti usano forme tradizionali realizzate con materiali recenti ( ci manca solo il carbonio per una barca del lago e poi siamo a posto) , questo , ritengo che sia una operazione impropria, accettabile come modernizzazione, un restyling più idoneo per un'auto che per una vera barca tradizionale. Quindi mi sia concesso il "consentito" come termine di massima libertà di espressione per una barca che ciascuno secondo quanto vuole spendere e vuole che sia, può fare, che però, secondo me è di gran lunga lontano dal tradizionale.
Bel dibattito, un confronto comunque utile indipendentemente dalle differenti posizioni. Bravi tutti
RispondiEliminaproponiamo l'uso di "barche tipiche" invece di "barche tradizionali"
RispondiEliminaPropongo di costruire un monumento alla barca di legno verde
RispondiEliminaOra manca il nome...
RispondiEliminanessun monumento alla barca colore delle persiane, il colore "mimetico" a più a basso costo e diffuso nelle falegnamerie intorno al lago... il nero della calafatura a pece è quello delle vere barche in quercia del Trasimeno, usate anche da Caronte per i suoi servizi: inaffondabili naturalmente...
RispondiEliminaComunque spero di vedere presto una barca "mimetica" alla Hummer in carbonio, per l'ultimo grido alla faccia della tradizione...( è questione di tempo ma prima o poi bisognerà fotografare anche questa)
il colore persiana è bello e molto adatto
RispondiEliminaUna bella barca, una delle ultime in legno ancora in uso sul chiaro di Chiusi
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