L'Associazione Arbit: sono parte del paesaggio
Simona Billi per "Corriere dell'Umbria", 23 agosto 2007, p.13.
Torneranno sulle acque del Trasimeno, le vecchie barche a remi dei pescatori, quelle in legno, che sono parte integrante del paesaggio e della cultura del lago, ma che diventano ogni giorno più rare da vedere.
L'idea è di "Arbit", l'associazione coordinata da Guido Materazzi e ufficializzata lo scorso febbraio, nata proprio con lo scopo di recuperare le barche interne tradizionali del lago Trasimeno.
Non si tratterà di un'esposizione statica "piuttosto di un museo vivente", come spiega Guido Materazzi. "La nostra finalità è quella di ripristinare le vecchie barche, magari adattandole alle esigenze attuali, ma rendendole disponibili per un uso moderno".
"Arbit" riunisce infatti un gruppo di appassionati e operatori del settore nautico che hanno sentito l'esigenza di mantenere vivi gesti, consuetudini, tecniche di navigazione, ma anche elementi paesaggistici che sono parte dell'immagine del lago.
L'associazione è già al lavoro per censire prima di tutto le barche tradizionali presenti in navigazione sul lago Trasimeno, in modo da riprodurne i disegni e i piani di costruzione per poter costruire un archivio dei modelli più rappresentativi.
Altro obiettivo per il quale "Arbit" si sta prodigando insieme alla provincia, è quello di creare all'interno dei porti turistici aree dedicate esclusivamente alle vecchie barche per incentivarne l'utilizzo e ancora più ambiziosa è l'idea di realizzare un cantiere nautico dove sia possibile progettare e costruire barche tipiche nuove oppure restaurare quelle vecchie recuperate. Il cantiere sarà aperto anche alle scuole e agli studenti che a vario titolo vorranno frequentare corsi di formazione per conoscere da vicino la cultura nautica.
Al momento l'associazione sta lavorando per l'allestimento di una mostra che sarà itinerante e alla realizzazione di due video. Il primo documenterà le fasi del restauro di una vecchia barca, mentre il secondo riprenderà la realizzazione di un'imbarcazione tradizionale per mano di un anziano insegnante di materie tecniche.
"Vogliamo che questo patrimonio culturale non si disperda - dice Guido Materazzi – per questo invitiamo chiunque avesse racconti, ricordi o materiale da condividere a contattarci e a collaborare con noi".
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