Ivan Meacci per "Centritalia", ottobre 2007, p. 19
L'Asociazione per il Recupero delle Barche Interne Tradizionali (ARBIT) prende il largo e sulla sua scia, fatte d legno e canapa tornano a solcare il Trasimeno le vecchie barche a remi dei pescatori.
Stiamo parlando di quelle barche verde-scuro che vediamo abbandonate lungo le rive del lago e che, ormai, sono semisepolte dalla vegetazione. Di quelle barche che, fino a non più di dieci anni or sono, erano lo strumento di lavoro primario di numerosi pescatori e che ora, grazie all'associazione presieduta da Guido Materazzi, si torna a recuperare e utilizzare.
"Non si tratta solo di una esposizione – ci ha spiegato Guido, il primogenito di una famiglia che da generazioni lavora con le barche di questo che è uno dei laghi più celebrati dai poeti, più coltivati dall'uomo e più percorsi del mondo – non voglio creare un museo... noi vogliamo coinvolgere tutti i proprietari delle barche a remi tanto nel restauro quanto nel recupero attivo delle barche e dei punti di attracco. Ci stiamo prodigando per la realizzazione di un cantiere nautico dove, oltre a poter restaurare, si possa – ripartendo dagli antichi progetti – ricostruire da zero le nostre barche tipiche. Saremo aperti alle scuole e faremo un club delle barche storiche. Al momento – ha concluso – stiamo allestendo una mostra itinerante e stiamo realizzando due video documentari: il primo riguarda tutte le fasi del restauro e, l'altro, documenta la realizzazione di un'imbarcazione tradizionale per mano di un anziano insegnante di materie tecniche".
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